Giornata della sostenibilità
La sostenibile leggerezza dell’educazione
Il viaggio dei bambini in un futuro possibile inizia a scuola con vanga, zappa e un decalogo gentile
Nella settimana tra il 15 ottobre e il 19 ottobre le scuole del Secondo Circolo di Piacenza ospiteranno lezioni a tema sostenibilità. Letture aperte, collettive e condivise, attività grafiche e di approfondimento, senza dimenticare le azioni concrete, come il gesto antico eppure sempre sovversivo di piantare alberi, nostri alleati nella lotta al cambiamento climatico e amici preziosi per coltivare il benessere individuale. È la lunga eco del 14 ottobre, la Giornata Mondiale dell’Educazione alla Sostenibilità.
Ottobre 1977, Tiblisi (Georgia). Gli esponenti delle Nazioni Unite si riuniscono per riflettere sulle trasformazioni, talvolta irreversibili, che l’uomo produce nel proprio territorio. All’epoca si trattava ancora di potenzialità, ma già altamente distruttive tanto da indurli a redigere una dichiarazione secondo cui I'educazione deve assolvere un compito di primo piano per destare una chiara presa di coscienza e una migliore comprensione dei problemi dell'ambiente.
A 47 anni di distanza dall’impegno concordato tra i paesi Unesco, l’emergenza ambientale non ha fatto che acutizzarsi con tutte le conseguenze drammatiche a cui stiamo assistendo (siccità, alluvioni, innalzamento dei mari), di fronte alle quali il mondo dell’educazione conferma il proprio ruolo creativo nell’incentivare comportamenti positivi verso gli habitati naturali e nell’utilizzo delle risorse delle nazioni.
Secondo alcuni autori, primo fra tutti il botanico e divulgatore scientifico Stefano Mancuso, 1000 miliardi di alberi potrebbero aiutarci a guarire alcune delle ferite inferte dagli uomini al pianeta: efficientissimo filtraggio dell’aria, climatizzazione delle città, tenuta idrogeologica del territorio sono solo alcuni dei grandi vantaggi che queste creature viventi, da sempre nostre coinquiline sul Pianeta, possono portare all’ambiente prima di tutto urbano. E allora mano alle zappe: a San Lazzaro attecchiranno le foglie larghe e accoglienti di un banano come quelle piccole e piangenti di un Salice. A Mucinasso l’acero sempre magico nelle sue sfumature autunnali e al Mazzini l’Albero della Neve e poi dappertutto viburni e ligustri, arbusti facili da gestire anche negli angusti spazi tralasciati dal cemento e dall’efficienza.
Ma non basta piantare. Per rendere questo gesto davvero efficace e duraturo nel tempo, occorre che gli alberi siano rispettati come esseri viventi. Che possano trascorrere la loro esistenza in tranquillità, compiendo la loro lenta, silenziosa e vitale opera di risanamento. Per questo la giornata sarà l’occasione per presentare alla comunità degli studenti e degli insegnanti un Manifesto per gli Alberi. Un documento in 10 punti per educare dolcemente al rispetto per la Vita nella sua interezza, di cui i nostri ramificati amici sono una componente e di cui anche noi, con le nostre urla e i nostri schiamazzi assordanti, facciamo parte.